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chiuso in un giaco brunito, su cui la seta vermiglia di un giubbotto a ricami sarebbe ricaduto in pieghe massicce.

Ardita, in arcioni sopra un cavallo bardato, monna Vanna si precipitava, incuorando i suoi alla conquista della rocca ardua, e i capelli le svolazzavano liberi, a foggia di stendardo luminoso, e nella mossa violenta ch'ella faceva all'indietro col corpo, per chiamarsi intorno i suoi fedeli, il puro profilo spiccava nitido.

Oh! essere allora un nobile guerriero al seguito della podestà imperiale di Arrigo Settimo e ottenerla per vittoria la magnifica signora guelfa, farsene preda e portarsela in uno de' suoi castelli, in vista del Reno, e ammirarla galoppar nelle selve, tra il fragore delle cacce, o, tornando da qualche impresa guerresca, scorgerla superba e pensosa nel vano di una finestra gotica, teso il piccolo pugno a sostenere un falco, e il falco avrebbe empito l'aria di stridi rauchi, snodando il collo pennuto, mentre la signora, sdegnosamente, lo avrebbe fissato negli occhi grifagni.

Fritz Langen sintetizzò i suoi pensieri, dicendo a voce alta con riso di tenerezza:

— Süsses Dummerchen che in italiano significa «dolce sciocchina» e se ne andò a dormire.

All'indomani gli avvenimenti profetizzati accaddero in parte appunto perchè i troppi discorsi li avevano fatti maturare.

La mattinata passò tranquilla, sommersa nel silenzio. Quella piccola città sembrava disabitata