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bisticciarsi e Fritz Langen ci rimetteva i suoi fiaschetti di vino d'Orvieto. Perchè riscaldarsi la bile? La serata era così tepida e la giornata era trascorsa in tanti affanni che si gustava un vero sollievo nel restarsene lì, tranquilli, a parlare di altro, molto più che il vino era squisito e non costava nulla, per la generosità del signor professore. E poi Bindo Ranieri e il Paterino si erano conosciuti al fonte battesimale e si stimavano di comune accordo. Il Paterino sapeva Bindo Ranieri un galantuomo di stoffa antica, allegro, pronto alla barzelletta, disposto a favorire in secreto gli amici nell'occasione di qualche momentaneo imbarazzo finanziario; Bindo Ranieri sapeva che il Paterino non avrebbe torto un capello nemmeno al più crudele nemico e che si sarebbe tagliato la gola col più affilato rasoio della sua bottega prima di venir meno a un impegno. Perchè arrabbiarsi dunque?

— Creda, signor professore - disse Bindo Ranieri tentando fiaccamente di scansare il bicchiere, che Fritz Langen colmava. - Creda, tutto finirà in una bolla di sapone. Io li conosco i miei orvietani! Gente pacifica, gente onesta! Basterebbe il pennacchio rosso di un carabiniere, in cima a un bastone, per tenerli in freno. Di' tu, non è vero che siamo impastati così? - egli domandò, rivolto al Paterino, che fissava tetro il fondo del suo bicchiere.

— Impastati così! Impastati così! -il Paterino brontolò - Allora siamo impastati male. Il