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CAPITOLO IV.
Invano la primavera, scherzosa di raggi e ricca di profumi, scioglieva dai rami le chiome in fiore; invano l'usignolo, nella pace delle notti lunari, diffondeva sugli orti e sui giardini il suo canto d'amore fino a morirne! Invano!
Gli animi esacerbati dei cittadini di Orvieto, abitualmente pacifici, erano travolti dal turbine delle passioni politiche, ed i giornalisti locali soffiavano sulle ire come altrettanti titani dentro le fucine del Mongibello. Anzi, lo scoppio delle ostilità fra gli avversi partiti militanti si era iniziato appunto con una polemica acerba fra l'organo settimanale dei giovani cattolici e l'organo quindicinale dei giovani socialisti.
Il Lavoro aveva pubblicata nelle sue colonne una poesia di gusto satirico all'indirizzo dei colleghi cattolici, e poichè i versi di tale poesia apparivano alquanto più lunghetti del necessario, con una munificente prodigalità di sillabe e una sprezzante libertà di accenti, a irrisione della tiranna prosodia,