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visitare le tombe etrusche di Settecamini, venute in luce verso il 1863. Era stata scoperta una intiera necropoli da quelle parti, necropoli ricca di oggetti preziosi raccolti ne' musei. Le tombe di Settecamini erano meravigliose per le loro pitture; ma le pitture s'andavano scrostando e in breve sarebbero scomparse.

— Allora non perdiamo tempo - disse Fritz Langen. - Andiamo domani. Venga anche lei con me, così potrò invitare monna Vanna - e coll'anima in tripudio, coll'anima ricolma di gratitudine verso gli etruschi, i quali gli fornivano lieta occasione di svago, si recò per la seconda volta in casa Monaldeschi, e fece invito formale alla signora di accompagnarlo con Ermanno a rompere l'alto sonno nella testa delle etrusche pitture.

Vanna esitava, sconvolta per essere stata sorpresa in vestaglia di seta verde, nudo il collo fra lo spumeggiare delle trine, scoperte le braccia.

Fritz Langen, in piedi, la contemplava con occhio attonito. Gli pareva di conoscerla in quel punto. Mai, tranne forse nelle pitture del Botticelli, egli aveva incontrata una così fresca immagine di donna, alta nelle pieghe leggere della veste colore smeraldo, mite nel sorriso, altera negli occhi, avvolta di soavità primaverile.

Vanna esitava, tenendo curva la fronte in atto meditativo; ma Ermanno faceva risuonare di grida giubilanti le vôlte del salone, ed ella accettò.