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ben riscaldata, pensava agli scherzi allegri del vento ghiaccio o forse le voci che le suonavano intorno, voci discrete dall'accento paesano, rimanevano coperte al suo orecchio dal suono forte di una voce sonora dall'accento straniero.
— Addio, signor Frì! Ecco, passa il signor Frì! - Ermanno e Serena gridavano, arrampicati sopra una seggiola, vicino al davanzale della finestra.
Allora la conversazione cominciava ad aggirarsi intorno al signor professore, con frasi inalterabilmente uguali.
— Dotta persona - sentenziava Bindo Ranieri.
— Persona ragguardevole - annuiva monsignore, con parsimonia, dopo un silenzio.
— È affabile, scherza come un bambino - Villa diceva, mentre Vanna, senza pronunziare sillaba, gioiva dentro di sè, meravigliandosi di avere per tanti mesi rinnegata la vita, meravigliandosi di avere creduto per tanti mesi che il mondo era vuoto, che il mondo era brutto.
Palmina, aiutando Titta a servire il caffè, lanciava furtiva sopra di lei occhiate aguzze e rapide, simili a piccole lingue di serpi, e appena l'occasione propizia arrivava, ella, trovandosi sola con la signora, sciorinava sull'orlo del tavolo il mazzo delle carte e parlava di novità, accennava con parole involute a un uomo buono, arrivato di lontano, a inauditi festeggiamenti sotto i coppi di casa, a un viaggio, che forse accadrebbe presto,