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Dalla vallata saliva, rumoreggiando, la tramontana, che si abbatteva poi sopra di loro, sferzandoli nella schiena, obbligandoli ad accelerare il passo.
In lontananza il cappuccetto rosso di Serena si agitava a guisa di largo papavero e il mantello bruno di Ermanno gli si gonfiava attorno alla persona, facendolo somigliare a un aquilotto, di cui le ali rasentassero la polvere, ancora inabili al volo.
Vanna, guardando il cappuccetto rosso, guardando il mantello bruno, era presa da una grande voglia di ridere, quasichè il cielo terso, il vento freddo, la campagna brulla, tutto le fosse di gioia.
— Perchè ride così, monna Vanna? - Fritz Langen domandava.
Già, perchè mai rideva così? Anche Vanna lo domandava a sè stessa, vergognosa, diventando seria all'improvviso e riparandosi la faccia col manicotto.
Se i bambini stavano tra loro, Fritz Langen era loquace e gioviale, ma, quando egli camminava solo, al fianco di Vanna, diventava taciturno e sprofondava silenziosamente le mani dentro le tasche del soprabito, facendosi violenza per non girare di continuo il capo verso di lei e contemplarla. Si fermava allora come ad ammirare il paesaggio e invece la guardava incedere alta, flessibile, nel suo mantello di pelliccia, di una eleganza inconsapevole in ogni gesto, di una signorilità squisita in ogni movenza. I capelli bronzini,