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— E poi vede, signor professore, la finestra della sua camera da letto ha un architrave che si vuole disegnato dal San Gallo.
— E allora andiamo a pranzo - disse Fritz Langen, e invitò Bindo Ranieri all'Albergo delle Belle Arti.
Durante un paio di settimane, Fritz Langen non si occupò di nulla, volendo, com'egli diceva, diventare Ermanno di Corrado Monaldeschi, signore di Orvieto.
A tale scopo percorreva da mane a sera la città, tendendo le orecchie per ascoltare il suono delle voci morte dentro le case disabitate, trascrivendo iscrizioni sopra foglietti volanti, rimanendo a lungo immobile nel centro delle piazze deserte, picchiando ardito alle porte delle case di aspetto antico per interrogare i proprietari. E in breve diventò davvero signore di Orvieto, e conquistò ogni cuore, in grazia del suo rumoroso entusiasmo comunicativo. Tutto gli piaceva, di tutto si lodava con parole bizzarre, ed egli piaceva a tutti, tutti si lodavano di lui: i bambini poveri, a cui dava soldi, le popolane, a cui lanciava madrigali audaci: le signorine, a cui faceva scappellate profondissime; il Paterino, al quale svaligiava il negozio acquistando giornalmente saponi e profumi; i signori, lusingati dalla sua cordialità; i poveri diavoli, attratti dalle sue maniere confidenziali.
— Orvieto! - egli proclamava - Orvieto è