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Non aveva Rosen addentato la sua costoletta, che un nuovo arrivato entrò nella sala, e venne a sedersi di faccia a lui, dal lato opposto del tavolo.
Rosen era tutt’occhi nell’osservare i movimenti di quel suo commensale, e si augurava che la punta d’uno de’ suoi stivali venisse a colpire uno de’ suoi stinchi per aver ragione di bisticciarsi, quando l’altro cacciando il naso nel suo piatto e indicandolo col dito al cameriere gli disse: — portami una vivanda come quella... è una costoletta di castrato in salsa dolce.
— Voi mentite per la gola, o signore, disse Rosen sollevandosi un poco dalla sedia, questa costoletta è in salsa piccante.
— Per il cielo, esclamò l’altro un po’ turbato da quella sorpresa, voi ci tenete molto al sapore della vostra costoletta e ne fate una questione di onore; del resto non c’è che dire, vi siete servito di una espressione felicissima; trattandosi di sapori, io ho precisamente mentito per la gola. Voi siete inglese?
— Di Londra.
— E contate di attraversare la Francia?
— Precisamente.
— Dubito se arriverete al termine del vostro viaggio senza trovare qualcuno che...
— Che cosa?
— Che v’abbia a rivedere il pelo. Siete mai stato in Guascogna?
— Oh! che voi siete Guascone?
— Per l’appunto.
— È una provincia che in fatto di millan-