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ste color di piombo, la natura che pareva mesta e malata; e pensò che la vita era triste, e che le onde del fiume erano profonde.

Una voce segreta gli diceva all’orecchio: «Rosen, tu sei perduto; esamina bene la tua posizione; aggiungi le gravi perdite d’oggi a quelle dei giorni antecedenti, e vedrai che non ti rimane più un quinto della tua fortuna; quelle mosche ti hanno rovinato: che farai tu qui, in un paese dove la povertà è disprezzata? tu, inabile ad ogni lavoro di braccio o di mente; tu barone, onorato, invidiato finora, guardato con invidia da tutte le belle fanciulle di Redstreet? Vedi, il mondo è così fatto; viene una cattiva ora per tutti, e anche la tua è venuta. Bisogna rimediarvi alla meglio: un giovine che non appartenesse alla illustre famiglia dei Rosen, si darebbe alla mercatura e al lavoro, ma tu non lo puoi fare, tu: non vi ha rimedio per te... Guarda come scorre bene il Tamigi, che profondità hanno queste onde, che silenzio vi è lì sotto, che pace! E che credi? Da questo parapetto all’acqua non corrono più di trenta piedi inglesi... è una cosa da nulla, tanto come vuotare un bicchiere di grog: risolviti, Rosen, coraggio, Rosen, buttati giù dal ponte.»

E Rosen stava per buttarsi, quando gli sovvenne che aveva una moglie, la quale non aveva che ventidue anni, e di cui aveva avvizzita la fede e la gioventù colla sua cattiva condotta, e dissipata in parte la grossa fortuna che gli aveva recato per dote.

Sua moglie apparteneva ad una famiglia pa-