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Dopo un istante di silenzio il mio primo ministro rispose: noi siamo profondamente convinti della verità delle giustificazioni addotte da Vostra Maestà, ma non sarà molto agevole il convincerne l’armata ed il popolo. La solennità che doveva compiersi oggi, ha radunato qui una buona metà della popolazione di Potikoros, nè credo che essa vorrà partirne senza avervi assistito. Cotesto rifiuto può essere interpretato in un senso poco favorevole ed essere causa di disordini non lievi nel regno. In quanto a me, non mi attento a sfidare il furore del popolo, esponendogli il desiderio reale che Vostra Maestà mi ha fatto ora l’onore di manifestare.

A questo diniego inatteso io mi sentii venir meno, e trovai appena la forza di aggiungere: se io stesso devo mostrarmi a’ miei sudditi.... se posso arringarli io in persona, non dispero di convincerli della verità delle mie asserzioni.... Perchè il mio naso.... la mia mucosa.... E in quell’istante essendomi balenata alla mente un’idea stupenda, mi avvicinai al mio primo ministro e gli mormorai all’orecchio: persuadetene la popolazione, disponetela ad attendere, ed io vi affiderò il comando della più florida provincia del regno, vi decorerò del gran Cordone del Merlo nero.... E aggiunsi fra me stesso: se posso uscirne col naso intatto dimetterò sull’istante questi ministri, rifarò il mio gabinetto, allontanerò da me questi sudditi ribelli e corruttibili.

Il mio ministro cedette di fatto, come mi era lusingato, a quel tentativo. Rivoltosi al