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di questa vocale, alla sua espulsione dalle lettere dell’alfabeto.

Non fui compreso. Fui tacciato di follia. I miei compagni, conosciuta così la mia avversione a quella vocale, incominciarono contro di me una guerra terribile. Io vedeva, io trovava degli U da tutte le parti: essi ne scrivevano dappertutto: sui miei libri, sulle pareti, sui banchi, sulla lavagna — i miei quaderni, le mie carte ne erano ripieni; nè io poteva difendermi da questa persecuzione sanguinosa ed atroce.

Un giorno trovai nella mia saccoccia una cartolina, su cui ne era scritta una lunga fila in questo modo infernale, così:

U U U U U U U

Divenni furente! La vista di tutti quegli U disposti in questa guisa, collocati con questa gradazione tremenda, mi trasse di senno. Sentii salirmi il sangue alle tempia, sconvolgersi la mia ragione.... Corsi alla scuola; ed afferrato alla gola uno de’ miei compagni, l’avrei per fermo