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Guardatela, affissatela bene — non tremate, non impallidite — abbiate il coraggio di sostenerne la vista, di osservarne tutte le parti, di esaminarne tutti i dettagli, di vincere tutto l’orrore che v’ispira.... Questo U!... questo segno fatale, questa lettera abborrita, questa vocale tremenda!

E l’avete ora veduta?... Ma che dico?... Chi di voi non l’ha veduta, non l’ha scritta, non l’ha pronunciata le mille volte? — Lo so; ma io vi domanderò bensì: chi di voi l’ha esaminata? chi l’ha analizzata, chi ne ha studiato la forma, l’espressione, l’influenza? Chi ne ha fatto l’oggetto delle sue indagini, delle sue occupazioni, delle sue veglie? Chi vi ha posato sopra il suo pensiero per tutti gli anni della sua vita?

Perchè.... voi non vedete in questo segno che una lettera mite, innocua come le altre; perchè l’abitudine vi ci ha resi indifferenti; perchè la vostra apatia vi ha distolto dallo studiarne più accuratamente i caratteri.... ma io.... Se voi sapeste ciò che io ho veduto!... se voi sapeste ciò che io vedo in questa vocale!

U