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che sono tanto frequenti e tanto temute nelle miniere. Il conte di Sagrezwitch è stato già parecchie volte in Italia; vuolsi che egli si trovasse a Torino all’epoca della convenzione allorchè avvennero i fatti luttuosi di settembre, ma nessuno, per quanto io sappia, ve lo ha veduto.

— E voi lo conoscete?

— L’ho incontrato quattro volte ne’ miei viaggi. Voi sapete che io ho percorso come artista e come impresario teatrale, quasi tutta l’Europa e una buona metà del Nuovo Mondo.

È forse perciò che ho potuto essere edotto dell’esistenza di quest’uomo straordinario, e conoscerlo personalmente. La prima volta che lo vidi fu a Berlino dove esordii nel capolavoro di Mozart colla parte di D. Giovanni. Lo incontrai poscia in una sala di caffè a Nuova York, allorchè ferveva ancora in America la guerra di secessione, e precisamente alla vigilia dell’ultima disfatta dei separatisti, e la terza volta che mi imbattei con esso fu di nuovo a Berlino....

— E di che paese è egli?

— Alcuni vogliono americano, alcuni polacco. Nessuno ne conosce con certezza la patria, forse nemmeno il nome. In America si faceva chiamare coll’appellativo di Duca