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sparita dal castello, la cui immagine era stata riprodotta dalla tela.
Ma a quella voce, il barone di B. si spiccò dal quadro e si slanciò in mezzo alla folla gridando: «Il mio assassino, il mio assassino!». La folla si sparpagliò e si divise. Un uomo era in terra svenuto — quello stesso che aveva gridato, — il giovane guardaboschi su cui pendevano sospetti per la sparizione misteriosa di Clara.
Il barone di B. fu trattenuto a forza dalle sue livree verdi. Il guardaboschi rinvenuto domandò del magistrato, cui confessò spontaneamente di aver uccisa la fanciulla in un eccesso di gelosia, e di averla sotterrata in un campo, precisamente in quel luogo dove, poche ore innanzi, aveva veduto lo sfortunato barone sedersi e mangiare le coccole del lampone.
Fu data subito al barone di B. una forte dose di emetico che gli fece rimettere i frutti non digeriti, e lo liberò dallo spirito della fanciulla.
Il cadavere di essa, dal cui seno partivano le radici del lampone, fu dissotterrato e ricevette sepoltura cristiana nel cimitero.
Il guardaboschi, tradotto in giudizio, ebbe condanna a dodici anni di lavori forzati.