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lei, signor barone.» E delle nuove memorie si suscitarono nella sua anima; erano memorie doppie, cioè le rimembranze delle impressioni che uno stesso fatto lascia in due spiriti diversi, ed egli accoglieva in sè tutte e due queste impressioni. Tali rimembranze però non erano simili a quelle che aveva già evocato sotto la pergola; quelle erano semplici, queste complesse; quelle lasciavano vuota, neutrale, giudice una parte dell’anima; queste l’occupavano tutta: e siccome erano rimembranze di amore, egli comprese in quel momento che cosa fosse la grande unità, l’immensa complessività dell’amore, il quale essendo nelle leggi inesorabili della vita un sentimento diviso fra due, non può essere compreso da ciascuno che per metà. Era la fusione piena e completa di due spiriti, fusione di cui l’amore non è che una aspirazione, e le dolcezze dell’amore un’ombra, un’eco, un sogno di quelle dolcezze. Nè potrei esprimere meno confusamente lo stato singolare in cui egli si trovava.

Passò così circa un’ora, scorsa la quale si accorse che quella voluttà andava scemando, e che le due vite che parevano animarlo si separavano. Discese dal letto, si passò le mani sul viso como per cacciarne qualche cosa di leggiero... un velo,