Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 119 — |
Stizzito da questa astuzia, il barone di B., continuò nondimeno a perseguitarli con maggiore accanimento, quantunque non gli venissero mai al tiro una sola volta; e sentivasi stanco e sopraffatto dalla sete, quando vide lì presso in un solco una pianticella rigogliosa di lamponi carica di frutti maturi.
— Strano! — disse il barone. — Una pianta di lamponi in questo luogo... e quanti frutti! Come sono belli e maturi!
E abbassando la focaia del fucile, lo collocò presso di sè, si sedette; e spiccando ad una ad una le coccole del lampone, i cui granelli di porpora parevano come argentati graziosamente di brina, estinse, come potè meglio, la sete che aveva incominciato a travagliarlo.
Stette così seduto una mezz’ora; in capo alla quale si accorse che avvenivano in lui dei fenomeni singolari.
Il cielo, l’orizzonte, la campagna non gli parevano più quelli; cioè non gli parevano essenzialmente mutati, ma non li vedeva più colla stessa sensazione di un’ora prima; per servirsi d’un modo di dire più comune, non li vedeva più cogli stessi occhi.
In mezzo a’ suoi cani ve n’erano taluni che gli sembrava di non aver mai veduto, e pure riflettendoci bene, li cono-