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mono senza che noi possiamo quasi sentirle, o, sentendole, senza poterle discernere. Il piacere eccessivo è una vera oppressione, il dolore eccessivo non ci fa sentire tutto quel grado d’intensità che ha raggiunto; non cagiona talora quel patimento vero, profondo, misurato, che ci dà un affanno minore. Noi vediamo talora meravigliando come alcune persone sopravvivano a una sventura fra le più terribili che le condizioni del nostro essere possono creare, e cedano lentamente ad un male, che giudichiamo minore. Ma questo era nelle loro facoltà, quella le superava. Dallo sforzo di questa sensazione, dall’infrazione che ella fa di questi limiti della nostra natura, emergono la stupidezza o la pazzia; e per un mistero singolare altrettanto che sconfortante, dalla monomania per dolore deriva spesso una gioia sfrenata; dalla monomania per gioia, un dolore eccessivo ed inesauribile, quasi queste due passioni si riunissero nei punti estremi della loro essenza.

Gli arredi della Mineu erano così pochi e di così lieve pregio, che non le occorsero molte cure e molto tempo a compierne il trasporto. La fanciulla si sentì stringere il cuore, quando si volse a guardare per l’ultima volta la sua soffitta, e la vide deserta, e sentì che le sue parole producevano un suono strano ed inusitato in quel vuoto; provossi a chiamare Luigi, e la sua voce suonava cupa e lamentevole; parevale che in un istante tutto si fosse mutato e le fosse divenuto nemico; essa rinchiuse l’uscio e discese frettolosamente le scale. Ma al secondo pianerottolo s’abbattè nella vicina che saliva, e che aprendo il grembiale che te-