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182 la fava bianca e la fava nera


avuto il buon senso di voltar le spalle — si ridivenne fanciulli, si sognò ad occhi aperti.

— Mi viene un’idea, esclamò Ugo, farò un romanzo intimo, e lo intitolerò Il Re e la Regina — e saran le due fave.

— Intitolalo La fava bianca e la fava nera, dissi io — e saranno il re e la regina.

— Benissimo — e il re e la regina o le due fave saranno due adolescenti, che innamoratisi sul serio, finiranno col suicidio.

Non se ne parlò altro.

Quindici giorni dopo, Tarchetti stava male, ma non aveva dimesso il pensiero della Fava bianca e la fava nera, e me ne disse la tela in poche parole. La tela! I romanzi del Tarchetti non hanno una vera tela; le trame sono le passioni, e gli episodi nulla più che nuovi aspetti delle passioni.

Ancora quindici giorni, e il mio amico stava assai più male, ma mi lesse le prime pagine del suo nuovo romanzo, per fantasticare il quale, rimandava di giorno in giorno la fatica di un capitolo mancante della Fosca, allora in corso di pubblicazione. Pur troppo, lo scrivere gli era divenuto una fatica!

Sapete il resto; poco dopo Tarchetti morì, lasciando poche pagine del nuovo romanzo invece di quelle della Fosca. Ora, ecco in quattro parole il compendio dei capitoli che dovevano succedere al primo.

Faustina, la ghiotta Faustina che pizzica la torta e