Pagina:Tarchetti - Paolina, 1875.djvu/150

150 paolina.


— Per carità, Paolina, disse Marianna, voi amate di tormentarvi senza motivo: puossi così credere ad un sogno? Io ne ho avuti mille e più tristi; e intesi anzi a dire che i sogni di una morte precoce sieno indizio di una vita lunga e felice.

— Io lo spero bene, replicò Paolina, ma non qui; la mia salute ha sempre peggiorato gradatamente da quel giorno; il mio cuore è malato, tutto è nel cuore, ed esso è senza dubbio inguaribile. Non vi affliggete, mia buona sorella, noi saremo ben felici altrove.... Oh! la vita passa così presto! Parmi ieri che non aveva che sette anni, e ne sono già trascorsi dieci da quel tempo.

— Ah no, no, non mi dite più queste cose; io non voglio che voi moriate, esclamò la fanciulla tutta atterrita, io non potrei più vivere senza di voi; è impossibile che mi rassegni alla vostra perdita.

— Via, via, disse Paolina, commossa dalla sua ingenuità, ma pure sforzandosi di sorridere per consolarla, non morirò, io lo spero; pregate voi il Signore che avveri la mia speranza.

Marianna parve riconfortarsi, ma appena Paolina si fu riaddormentata, la povera fanciulla si ritirò in un’altra camera a piangere, perchè sentiva in sè una voce che le diceva che quella sventura le era predestinata dal cielo e che i suoi voti non avrebbero potuto impedirla. Allora l’assalse il desiderio ostinato di conoscere in tutta la sua estensione la sua sciagura, di lacerare quel velo pietoso che gliela nascondeva. — Vi ha una voluttà in tutti i dolori, e la di-