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paolina. 15


espongo senza la pompa e senza le attrazioni del romanzo: i miei eroi appartengono all’infima classe del popolo, e tutto si aggira sopra una di quelle seduzioni, che gli uomini sogliono giudicare di nessuna conseguenza.

Che vi ha dunque di strano in ciò? Chi non assiste giornalmente a questo traffico dell’innocenza quasi legale? Chi non ha veduto in varie epoche un numero di fanciulle, scalze, povere, soffrenti comparire sulle scene del mondo, belle, eleganti, felici; poscia sparire, poi ritornarvi infermiccie, avvizzite, e quindi sottrarvisi per sempre? — È lo spettacolo che la società presenta ogni giorno all’osservatore, e dovunque la povertà pubblica i suoi avvisi, e invita l’opulenza onnipotente a discendere nella lizza per contendersi una bellezza.

Coloro adunque, tra voi, che hanno già messo il piede nell’arena, e vi hanno conquistate molte vittime, e portano con nobile orgoglio alle tempia gli allori della vittoria, non leggano questo racconto, chè non è scritto per essi: io non parlo che ai mansueti, i quali si appagarono nel fervore delle loro passioni della sola conquista di un cuore, a coloro che anelano all’emancipazione della virtù e al miglioramento delle classi operaie. Possa questa storia aggiungere dei fedeli alla mia causa.