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poca importanza. Si tratta di venire.... ma occorrerà che vi racconti prima esattamente ogni cosa: conoscete anzi tutto la contessa M?...

— Una signora bellissima, piccolina, gentile, abita in via di***, sì, saranno due mesi, le ho portato un cappello di velluto celeste.

— Or bene, dovete sapere che io amo quella signora, essa è libera e può divenire mia moglie: voglio uscire dall’amore per entrare nella vita domestica; ella lo sa, nè vede di mal occhio questo disegno, ma ha un cuore tiepido, un carattere titubante, agisce con lentezza, vuol fare un esperimento troppo lungo sulla mia costanza, e questa esitazione mi è tormentosa, rovina i miei interessi e la mia pace.... in una parola ho bisogno di lei, ho bisogno che questo legame sia presto definito, conviene che la spunti con qualche passione che scuota la sua titubanza, e ho pensato di valermi della gelosia.

— Della gelosia?

— Per l’appunto; è una molla che fa agire più d’ogni altra nelle cose d’amore.... avrei pensato.... voi siete una bella giovine, Paolina, avete dei lineamenti delicati, un’aria da signora, dei modi che sembrano acquistati al contatto della scelta aristocrazia.... avrei pensato di valermi di voi in questa occasione.

— Di me? disse Paolina arrossendo.

— Sì, di voi; mi potete rendere un servigio inapprezzabile.

— Ma come? esclamò la fanciulla impaurita, vedendo che