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114 | paolina. |
ricchezza! ch’essa valga non solo a giustificare una colpa in faccia alla società, ma talora in faccia a sè stessi. E nessuno di coloro che voi vedete esercitare il libertinaggio con quell’esito sciagurato che dànno il danaro, la gioventù e la bellezza, ha forse mai creduto di essere più scellerato e più codardo dell’assassino, che se vi toglie i mezzi di felicità materiale non vi contamina il cuore, e se spegne una vita, non uccide con essa l’onore.
Io non tesserò qui la fisiologia della sua passione: arrestiamoci dinanzi a questi esseri, e abborriamo dal desiderio di scrutare le fibre che li compongono: la virtù potrebbe inorridirne, e smarrire quella potenza di carità e di speranze che ci rende fiduciosi a seguirla. Ascoltando da Gioconda, come Paolina fosse tornata al suo laboratorio, e come il giovine stesse ancora incarcerato e senza certezza di uscirne, aveva sentito un perverso compiacimento al pensiero che l’effettuazione de’ suoi disegni era completamente assicurata; ma quando intese che la fanciulla sarebbe venuta subito, sarebbe venuta domani, e sola, e colla più ingenua fiducia nelle sue promesse di giovarle, provò una gioia indefinibile e sfrenata, quale appena può suscitare nell’uomo giusto un nobile entusiasmo per qualche cosa di retto e di generoso.
Era seduto vicino al caminetto tracciando nella cenere colle molle alcuni nomi ripetuti e serbati a memoria per abitudine, ma senza essergli suggeriti dal pensiero; guardavali senza vederli, l’occhio era fisso e non aveva in quel momento alcuna virtù, era dominato da un’idea diversa e superiore che lo faceva sorridere, e si vedeva che quel sor-