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— dico del vostro cuore tanto per modo di esprimermi — e se ho voluto accettare un mandato che in altre circostanze avrei rifiutato volontieri, comprenderete fra poco che era mio dovere di farlo.

— Dite, dite, esclamai io ansiosamente.

— Ecco, mi spiegherò con poche parole, abbiamo il tempo misurato. La signora Fosca, la cui salvezza è in questo momento assai dubbia, mi ha raccontato ieri quanto è successo tra lei e voi — è una confidenza che ella mi ha fatto spontaneamente. Voi avete respinto il suo affetto — nè ciò mi fa meraviglia, nè credo che io avrei fatto diversamente — pure questo rifiuto ha bastato a dare uno sviluppo decisivo alla sua infermità. Quella donna si lascia morire per voi, e...

— Per me! interruppi io, e si lascia morire... Non si tratta dunque d’una malattia?

— Ma sì, diss’egli impazientemente, di una cosa e dell’altra. La sua vita è attaccata ad un filo, la sua salute è così cagionevole che basterebbe un lieve sforzo di volontà ad ucciderla, come ne basterebbe uno contrario a salvarla. Non posso farmi comprendere di più da voi, non siete medico, e d’altronde questo caso è quasi anche fenomenale in medicina. Vorrei che mi credeste ciecamente. Quella donna non aveva certo una vita assai lunga dinanzi a sè — si tratta d’un male inguaribile — ma, se tranquilla, se calma, avrebbe potuto vivere forse ancora qualche anno. La passione che ha concepito per voi, il dolore e l’umiliazione del vostro rifiuto saranno forse sufficienti a cagionarle la morte. Vediamo talora le stesse cause produrre effetti ancora più pronti in costituzioni sane e robuste.

— Le stesse cause! ripetei io; ma credete realmente che ella abbia sentito per me una di queste passioni serie e inguaribili? Credete che un amore appena concepito,