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non aveste a mutar consiglio da oggi a domani, e ad evitare di trovarvi solo con me, come avete fatto dopo il nostro primo abboccamento. Anche allora mi avevate fatto una promessa simile a questa.

— Era un’altra questione, io dissi. Comprenderete che io non prevedeva allora ciò che è successo, e che quel contegno non aveva altro scopo che di evitarlo.

— Voi non sapete come ne sono mortificata.

— Di che?

— Di ciò che è successo.

— Perchè? Non ne è il caso. La vostra simpatia mi onora, e la vostra sensibilità non forma che l’elogio del vostro cuore.

— Quanto siete indulgente! diss’ella con un sorriso pieno di ironia.

Era disgustato di quella freddezza. Comprendeva che essa voleva mostrarsi indifferente al mio rifiuto, e che il suo amor proprio umiliato gliene dava tutti i diritti; pure, mi faceva pena il vederla irridere a quell’affetto che aveva creduto sì serio e sì veemente.

— Vi siete divertito a Milano?

— Assai.

E lo dissi a posta con enfasi.

— Confessate che quella donna, lei... la mia rivale, riprese essa marcando queste parole con un sorriso, abita a Milano, e che vi siete andato per rivederla.

— Era facile indovinarlo. Non è cosa che indichi in voi una penetrazione molto profonda.

— Sono sì ingenua sul conto vostro! E vi tornerete?

— Prestissimo.

— Se ne avrete licenza.

— S’intende.

— Ah! ah! esclamò ella sorridendo, dirò io una pa-