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76 | fosca |
XXI.
Aggiungo qui la lettera che diressi in quella notte a Fosca:
«Vi scrivo appena arrivato qui. Siete il mio primo pensiero, benchè il più doloroso. Vi scrivo col cuore lacerato. Se il sagrifizio di dieci anni della mia vita potesse evitare a me il dolore di mandarvi questa lettera, e a voi quello di riceverla, vi giuro che accetterei questo rimedio con gioia. Procurate di ascoltare con calma ciò che sto per dirvi.
«Io non posso amarvi perchè il mio cuore non è più mio; non posso ingannarvi perchè nè io ne sono capace, nè voi lo meritate. Il rispetto che ho per voi è più potente della pietà che mi domandate, e m’impone di essere sincero. Un inganno vi umilierebbe, umilierebbe me stesso. Io amo perdutamente, io sono perdutamente riamato. Se aggiungessi parole a descrivervi la mia felicità, apparirei troppo crudele verso di voi; nondimeno è necessario che vi facciate un’idea dell’intensità del mio amore per averne una dell’imponenza de’ miei doveri. Sappiate soltanto che il mio amore non ha, come il suo, nè limite, nè nome, nè esempio; giudicate di ciò ch’io debbo a lei, di ciò che ella deve a me, di ciò che noi dobbiamo al nostro affetto e a noi stessi.
«Prima di confessarmi il vostro amore, mi avevate richiesto della mia amicizia; ora che io debbo respingere questo secondo legame, reclamerete ancora i diritti di quella prima offerta? Credete che la pura amicizia non è possibile tra noi, come non lo è mai tra un uomo ed una donna giovani. Essa non farebbe che rendere la no-