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fosca | 53 |
parole. Se siete inferma, guarirete; la vita ha dolcezze per tutti, ne ha di quelle assai intime che nè gli uomini, nè le sventure ci possono togliere — il piacere di beneficare.
— Beneficare! interruppe essa: ho provato. Ho gettato i miei gioielli e i miei abiti di seta dinanzi ad una folla di infelici che mi laceravano il cuore collo spettacolo della loro miseria. È dolce, ma non basta. L’esistenza non può essere tutta un sacrificio. La pietà non è che amore passivo, amore morto.
— È però sempre un aspetto dell’amore, io dissi, nè lo possiamo credere un affetto solitario se lo vediamo ricompensato dalla gratitudine.
— Credo più presto alla gratitudine dell’amore che a quella del beneficio, rispose ella.
Io tacqui. Successe un istante di silenzio. Ad un tratto — o volesse ella vendicarsi dei tentativi che io aveva fatto per deviare la conversazione da quel soggetto, ora che me ne vedeva infervorato, o si dolesse realmente d’esservisi lasciata andare — proruppe in uno scroscio di risa, e disse:
— Sono pazza io! In che discorso vi ho mai trascinato! Capisco che con me si può camminare impunemente anche su questa china sdrucciolevole; ad ogni modo... È molto tempo che siete arrivato qui? Avete veduto tutta la città? Vi piace?
— Da pochi giorni... e ho girovagato un poco per le vie. Sono del parere di vostro cugino...
— Un paese di Barberìa?
— E di Pellirosse!
Sorridemmo tutti e due, e credo l’una e l’altro per cortesia.
— Siete stato al giardino?
— Una volta.