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cui posizione strategica vi s’era posta la sede di un Dipartimento militare.

Alzatomi, e scritta quella lettera a Clara, consumai il resto di quel primo giorno a girovagare per le vie e ad osservare i dintorni monotoni di quel paese. Benchè scoprissi in quel deserto una specie di oasi, un vecchio giardino incantevole, doppiamente incantevole perchè abbandonato da anni all’opera distruttrice del tempo e a quella liberamente riparatrice della natura, fui lieto dell’esito di quell’esame, che, come ho detto, era non poco sconfortante. Una città fragorosa mi avrebbe distolto da quella passione per cui aveva d’uopo di raccoglimento e di pace; una natura più ricca mi avrebbe fatto sentire con maggiore intensità il dolore della sua lontananza, giacchè le più belle memorie del nostro affetto si legavano in qualche modo alla natura.

Fui lieto di poter raccogliere e versare in me stesso tutta la mia fiamma, di alimentarla col suo fuoco medesimo, di non poter perdere nè menomare alcuna delle sensazioni che avrebbe risvegliata in me l’opera assiduamente attiva di quel pensiero.

Chiudermi in una stanza, e popolarla dei fantasmi del mio amore — era il mio voto. Vivere a me, e a lei. — Vivere solo.

Io comprendeva che le sarei stato tanto più dappresso, quanto più mi sarei trovato lontano da ogni altra creatura.

Allora era ancora capace di creare intorno a me dei mondi.


XII.

All’indomani mi recai a visitare il colonnello, capo del servizio a cui era stato destinato.