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324 | amore nell'arte |
dolore non aveva già alterato la sua ragione? quell’anima che fu un tempo sì pura, sì candida, sì generosa, poteva essersi così miseramente trasformata? poteva ella concepire nella piena lucidità della sua potenza un così orrendo progetto? Noi non lo affermiamo. La sua natura dovea certamente aver subìta una dolorosa modificazione: — la povertà, i disinganni, lo scetticismo sociale, l’isolamento dovevano, senza alcun dubbio, aver provocato in lui quella rivolta che ci trae a reagire contro la divinità e contro noi stessi, ma la sua colpa non fu certamente che la conseguenza d’uno sconvolgimento istantaneo della sua ragione. Il suo delitto fu espiato dalla sua vita, e l’espiazione lo precedette; vi fu in esso dell’amore, direi quasi del genio; — le fasi dell’esistenza umana hanno poche pagine più sublimi, e le nostre passioni si elevarono di rado ad una potenza più smisurata: — si può dire che l’ultimo giorno di Bouvard fu il riassunto di tutta la sua vita.
Le notti nel mezzogiorno dell’Italia hanno in sè qualche cosa di voluttuoso e di molle; — il cielo è più elevato, l’azzurro più trasparente, le stelle più numerose e più lucide, — i fiori delle magnolie caduche e dell’arancio che si schiudono due volte all’anno, impregnano l’aria dei loro profumi delicati, e vi ha in essi qualche cosa che gli altri fiori non hanno, vi si sente l’amore, vi si respira la gioventù e l’abbandono. Ho domandato più volte a me stesso, perchè il cielo abbia destinate quelle ore al riposo: ma forse la notte è la scena più calma e più meravigliosa della natura per ciò solo che è in essa che gli uomini amano. Oh la sublime epopea della notte! Io vorrei conoscere se i morti conservano ancora sopra il loro giaciglio di pietra una parte della loro vita morale; se quella polvere, — poich’ella esiste, — ha la coscienza dell’esistere. Nella grande oscurità che