Pagina:Tarchetti - Fosca, 1874.djvu/318

318 amore nell'arte

i teatri, aveva frequentati tutti i centri di riunioni senza avere indizio alcuno di lei e senza quasi sperare di rinvenirla, quando un mattino la rivide in una carrozza elegante che attraversava la via di Chiaja, verso la Villa.

— Bouvard non ebbe il tempo di meditare al partito più conveniente cui poteva appigliarsi per raggiungerla: — trascinato da una forza irresistibile, l’insegue alla corsa..., si affatica..., resiste..., le sta al paro per lungo tempo: — ma già il suo ardore si scema, — le sue forze lo abbandonano, ed egli si arresta sfinito sulla via. Passò un altro mese: — la rivide una seconda volta e collo stesso esito, — la rivide una terza e, ahimè! pure indarno; ma i suoi sforzi furono finalmente coronati: — egli giunge un giorno a seguirla fino alla sua dimora. — Egli conosce finalmente il suo soggiorno, il suo nido, quel punto invidiato della terra su cui vive una donna adorata..., ohi gioia! — osa chiedere di lei: — si chiama Giulia, — non ha che diciassette anni, è fanciulla, è ricca, è felice, e il suo cuore è puro come la sua anima, è libero come la luce che lo circonda.

Da quel giorno Bouvard divenne audace, ardì sperare di essere amato, ardì meditare di palesarle la sua passione, e di affrettarne l’opportunità col prestigio della sua arte e della sua fama. Non andò a lungo che per esse furono superati quegli ostacoli che gli contendevano di avvicinarla, e giunse finalmente quell’istante sì ardentemente anelato, in cui avrebbe potuto inebriarsi della sua vista e leggere con sicurezza nelle pagine ignorate del suo destino.

Giulia apparteneva ad una famiglia patrizia, presso la quale convenivano il fiore dell’aristocrazia e le celebrità più elette nel campo dell’arte e della scienza. Fu ad una di quelle serate artistiche che Bouvard venne invitato: egli vi fu accolto con gioia, udito con trasporto, applau