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306 | amore nell'arte |
vard ha fatto ciò che tutti gli infelici hanno fatto: — ha divorato le prime pagine con isdegno, ed ora si riposa sconsolato a mezzo del libro. Ma egli non le lesse, no, quelle pagine, le ha indovinate: — egli non ha accelerato il suo disinganno, ma lo ha prevenuto, — egli non ha trovato nei piaceri dell’esistenza che una prostituzione indegna della nostra natura, un mondo fittizio che ci sfugge, e pure ci accarezza, una menzogna che ci degrada e pure ci alimenta... Quale è infatti l’epoca della vita che si rimpiange? Quali i giorni in cui osammo chiamarci felici? La gioventù... E pure l’età che l’ha seguìta, che ne ha fatto conoscere gli errori, ci ha snudato quel mondo apparente e menzognero de’ suoi colori fatui e abbaglianti, ci ha mostrato la vanità di quelle passioni, la piccolezza di quelle gioie, la nullità di quei piaceri, il ridicolo di quelle aspirazioni, la sorgente crudele di quei sogni, che ci promettevano godimenti infiniti nella vita virile. Ma se noi abbiamo conosciuto quell’inganno a profitto della verità, perchè oseremo rammaricarne?
Certo una condanna crudele pesa tuttavia sui nostri capi: — ovunque l’albero della scienza dilata i suoi rami, e alletta gli uomini a raccoglierne i frutti proibiti, sembra rinnovarsi la sentenza terribile che il cielo fulminò sui nostri padri: ogni passo che l’umanità ha fatto finora sulla via della verità e del progresso, ha segnato un punto di allontanamento dalla via della sua felicità e del suo perfezionamento morale. Avviene dell’individuo ciò che avviene delle nazioni, avviene delle vite parziali ciò che avviene dell’esistenza delle masse. La gioventù sfugge colle sue gioie a quegli uomini, cui uno sviluppo precoce dell’intelligenza e l’abitudine fatale della meditazione hanno svelato troppo presto la grande nullità della vita, e insegnato che la verità è