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298 amore nell'arte

faro luminoso, e tuttavia quelle vite si spensero ignorate nel mistero, quelle intelligenze si consumarono sdegnose nelle tenebre. — Esistono due forze nella natura? — la forza positiva che crea e predestina, e la forza negativa che reagisce e distrugge? Domandatelo all’uomo, domandatelo al segreto della sua vita intima, domandatelo al genio sventurato!

Bouvard fu un genio sventurato. Il suo nome tramontò così rapido come l’astro precoce della sera; la sua vita fu il passaggio di una meteora abbagliante che si spegne a metà della sua curva, e s’invola agli occhi meravigliati che la mirarono.

Io non tesserò qui un racconto immaginato: scriverò la storia di un uomo che ha sofferto, la storia di una vita la cui azione si concentrò tutta nel dolore, la cui catastrofe ha colmato di orrore e di pietà tutti gli animi generosi che la conobbero. — Scrivo per me stesso, scrivo per dare alle memorie della mia gioventù la durata della mia esistenza, per riserbarmi negli anni dell’aridità il conforto ineffabile delle lacrime.

Chi non ha visitato il paese della Savoja, il suo suolo a sbalzi, le sue valli ripiene di nebbie e le sue montagne di pini e di granito, non conosce quel punto della terra dove la natura ha riposto il segreto della sua malinconia. Sulle montagne di Crest-Voland gli uccelli hanno una voce più dolce, il rigogolo canta nelle siepi con delle note tristissime, e vi ha in tutto il territorio del Ciablese una specie di reatino, il cui grido appena sensibile si assomiglia al lamento di un moribondo. Lungo i ciglioni delle montagne, le rive tappezzate di viole bianche che la superstizione ha collocato tra i fiori di cimitero, spiccano, come nastri candidi ondeggianti, su quel verde cupo delle eriche, ove delle folate di farfalle grigie aleggiano intorno a quei cespugli a migliaia.