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amore nell'arte | 263 |
fusione delle anime, la trasmissione del pensiero, la chiaroveggenza, l’intuizione, l’unificazione di due, di più individualità, furono altrettante scoperte che parvero assicurarci la conquista di verità prodigiose e infinite.
Tuttavia non si tardò a riconoscere che tutto era fittizio in questa scienza, e che le prime basi gettate con tanta apparente solidità, non bastavano a sostenere quell’edificio colossale e gigantesco che si voleva innalzare sopra di esse: toltine i fenomeni materiali, tutto si è arrestato, tutto è ricaduto nell’ignoto; — l’ipnotismo ci ha dimostrato che gli stessi effetti si ottenevano colla semplice fissazione di un oggetto luminoso; lo spiritualismo rimaneva dunque escluso, e i fenomeni del Mesmer ricadevano nel dominio della materia. — Perocchè chi ha mai potuto definire le proprietà degli spiriti, e i rapporti che essi hanno tra di loro? Che cosa è il sogno, il sonnambulismo, il presagio, l’astrazione, il pensiero, e più di tutto l’incubo? I sensi — ecco i limiti estremi delle nostre facoltà; nulla di positivo, nulla di assoluto fuori di essi — ogni altra cosa è immaginaria e fantastica; essa appartiene a un’altra sfera di esseri, sulla cui natura, sul cui fine, sulle cui facoltà, nulla ci è dato di comprendere e di asserire con sicurezza.
Ciò non di meno, una vaga, una poetica illusione è venuta oggi a mettere in rapporto il mondo fisico col mondo spirituale, il mondo finito col vivente: intendo parlare dello spiritismo, questa applicazione singolare della scienza, per la quale uno spirito compiacente discende a parlare con voi un linguaggio di convenzione immedesimandosi in un tavolo, in una sedia, in un arnese qualunque della vostra camera: ed ecco che il magnetismo si è collocato come interprete, come intermedio tra voi e il mondo spirituale — perocchè come avrebbe