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256 | amore nell'arte |
solo in questa città. Vorrei farti comprendere quali sieno i rapporti misteriosi che esistono tra la di lei memoria e la mia arte, e come questa attinga da quella, e quella si avvivi nella fiamma di questa, e formino un tutto solo ed armonico — ma ciò mi tornerebbe impossibile.
«Rimarrai tu costì lungo tempo? Ti scriverò altra volta.»
Ma non ebbi da lui altre lettere.
Passarono due anni da quell’epoca, nè io aveva più ricevuta notizia alcuna di Lorenzo, e quasi me n’era dimenticato allorchè n’ebbi da un amico le tristi novelle che mi accingo a raccontare; anzi trascriverò qui quel brano della sua lettera, che vi si riferisce:
«È da lui stesso che io ho saputo che tu non ignori le sue follie passate e quella sua passione d’amore così strana, così ideale e così incomprensibile. Ho anzi ragione a credere che tu abbia penetrato meglio e più profondamente di me nelle segrete oscurità della sua anima, e che la natura della sua follia ti sia apparsa più evidente e più chiara. Credo averla compresa io pure, e ciò mi spiega in qualche guisa la seconda e la più grave delle sue aberrazioni. Se egli non ti ha scritto più dopo la tua partenza da ***, ignori senza dubbio che egli si è dimenticato di Adalgisa, e che un amore non meno appassionato, non meno esigente, ma non meno inesplicabile si è sostituito a quel primo.
«Era naturale che egli se ne dimenticasse, e che quell’affetto così triste, così spento, così solitario si spegnesse nel suo cuore per dar luogo ad una passione più viva e più reale, benchè ancora più assurda. Tu meraviglierai dell’oggetto di questa sua seconda affezione.
«Io credo che tutta l’infermità della sua anima e della sua intelligenza si riducesse a ciò: che egli vo-