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250 | amore nell'arte |
mirarla — la verginità eserciterà sempre uno dei più grandi prestigi sugli uomini, perchè rivela ad un’ora la casta verginità del cuore e della mente.
«Vi sono delle creature che sentono il peso della materia, la sua tirannia, l’impero che esercita sullo spirito; alcuni la subiscono, alcuni vi si ribellano. Quei martiri delle leggende cristiane che, spinti da un ascetismo religioso, si maceravano il corpo coi digiuni e colle battiture, non potevano essere che uomini straordinarii: combattevano ad oltranza quella lotta che noi combattiamo con armi più facili, con tregue lunghe, con viltà più frequenti, e nelle quali preferiamo spesso il soccombere al resistere forti ed infaticati.
«Questa vittoria dello spirito sulla materia mi appariva piena, intera in Adalgisa — è in ciò che è riposto il segreto di quel fascino che la fede, che il genio, che il culto di un gran principio morale esercitano sopra di noi; il rispetto che c’inspira la vecchiaia, l’interesse che ci destano le persone deboli o inferme — simile a quelle lampade funerarie che gli antichi collocavano presso le tombe, la cui fiammella acquistava sempre più maggior luce, quanto più s’assottigliava il vaso d’alabastro che la conteneva — l’anima della fanciulla traspariva, si rivelava attraverso le forme vaghissime del suo corpo, che la consunzione svigoriva senza alterare.
«Essa era anzi più bella. Che ti dirò delle contraddizioni inesplicabili della mia natura?... Io me ne innamorai in quei giorni; e quanto più ella si andava approssimando al suo fine, quanto più io acquistava la certezza del suo abbandono, tanto più si rafforzava in me questo affetto. Come raccontarti tutte le lotte del mio cuore? descriverti, enumerarti le mie sensazioni? In poco tempo il mio amore raggiunse tutta la sua pienezza, assunse tutta la forza d’una passione indomabile.