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222 | amore nell'arte |
la trasparenza del cristallo, e vi si vedono andare e venire frotte timorose di pesci, mentre la luce riflette nel fondo sabbioso le forme singolari dei ragni ballerini che nuotano colle loro lunghe gambe su quell’immobile superficie d’argento.
Ritornando alle memorie più remote che la mia anima ha conservate di Lorenzo, mi si affacciano per le prime queste scene incantevoli della natura, che furono testimonii dei nostri dolori e delle nostre prime confidenze. Per un rapporto misterioso tra la natura degli esseri e la nostra natura spirituale, quasi sempre il carattere degli uomini si informa a quelle impressioni esterne che lo hanno colpito nei primi anni della vita. Le nostre idee, le nostre aspirazioni, i nostri giudizii avranno sempre un rapporto esatto, benchè incomprensibile, colla natura dei luoghi e delle cose che furono testimonii della nostra infanzia. Io sento che vi ha in me, nella mia indole qualche cosa di quel teatro della mia fanciullezza, di quei campi, di quelle acque, di quella vegetazione; in certi miei sentimenti parmi di scorgere un rapporto ben definito col profumo di certi fiori, colle loro tinte, coll’azzurro melanconico di quel cielo. Tali fenomeni, non che gli altri tutti della nostra natura, si manifestano, io credo, in tutti gli uomini; e se molti tra essi non se n’avvedono, è perchè la loro indole non li porta a meditare su sè medesimi; ma io penso che essi tutti sieno o possano essere poeti ad un modo: tutti subiscono le stesse impressioni, concepiscono le medesime idee; la diversità del loro valore sta nella diversità dell’espressione, nella forma — la letteratura non è che arte — noi vediamo che uomini turpi nella loro vita privata scrissero pagine sublimi; uomini sublimi per domestiche e sociali virtù, non seppero costrurre un periodo secondo le esigenze dei rettori. Se ciò non fosse,