Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
fosca | 215 |
«Ignoro se lo stato d’animo in cui vi trovavate allora v’abbia permesso di serbar memoria di ciò che avvenne prima della vostra partenza. Fosca morì tre giorni dopo quella notte fatale; morì felice, illusa, soddisfatta; ignara di ciò che avvenne tra voi e suo cugino, convinta che l’ordine della vostra traslocazione aveva reso la vostra partenza inevitabile.
«In una scatola che vi spedisco colla ferrovia troverete un involto di seta nera contenente i suoi capelli. Io ve li avrei mandati prima se, sapendovi ancora malato, non avessi temuto di commuovervi fatalmente con questo dono. Saprete certo che ve li mando per incarico suo.
«La ferita del colonnello fu grave, non mortale; il proiettile lo colpì pure alla spalla, ma girò l’osso senza fratturarlo. Guarì in quaranta giorni. Il Ministero seppe del duello, e poichè le vostre dimissioni non erano state ancora nè offerte, nè accettate, lo costrinse a chiedere il suo collocamento in ritiro. Egli è partito pochi giorni or sono per Suez, ove gli fu offerto un impiego d’ingegnere civile nei lavori del taglio dell’istmo. Io gli avrei parlato volontieri di voi, e avrei voluto convincerlo della vostra innocenza; ma queste sue ultime sciagure lo avevano reso sì sospettoso e sì ingiusto, che avrei temuto di nuocere alla vostra causa anzichè di favorirla. D’altronde è assai probabile che non abbiate più a rivederlo.
«Ho fede che la vostra coscienza non mi avrà scagliata mai alcuna parola di rimprovero per l’influenza fatale che ebbi in queste vostre sventure; nondimeno ho bisogno che me ne assicuriate; voi sapete se io ho pensato alla vostra felicità, e se mi stette a cuore il procurarvela.
«Non so se ci vedremo ancora, nè quando (ci hanno