Pagina:Tarchetti - Fosca, 1874.djvu/195


fosca 193

« Né noi dobbiamo lasciarci solo come amanti, dobbiamo lasciarci anche come amici, ogni altra relazione tra noi sarebbe fatale; non ci potrebbe ricondurre all’amore perché nol dovremmo, non legherebbe di più i nostri cuori perché ce ne mostrerebbe quei difetti che l’amore ci aveva nascosti. Quando due creature si sono amate come noi, non possono più amarsi come gli altri; tu fosti tutto per me, non voglio che tu sia poco, preferisco che tu sia nulla. Le anime come le nostre non vivono che di piaceri grandi, o di grandi dolori. Prima di lasciarti ho voluto rivedere tutti quei luoghi che mi parlavano di te (forse io non li rivedrò mai più), ho voluto dare un addio a tutto ciò che il tuo affetto mi aveva reso caro. Nell’immensità del mio dolore, io sono ora quasi tranquilla. Io non ti perdo; ho raccolto dal nostro passato tante memorie che una lunghissima vita non basterebbe ad esaurirle.

« Ora addio. Tu lo vedi. Io ti scrivo piangendo, e non potrei scriverti di più; le lacrime cancellano le parole, quasi avessero sentimento di pietà e volessero risparmiare a te il dolore di versarne altre nel leggerle. Io non poteva ingannarti. Poteva essere ancora fra le tue braccia, ma il mio pensiero, il mio cuore sarebbero stati lontani da te.

« Il destino che ci separa è inesorabile. Se tu mi hai realmente amata, se ho meritato qualche cosa dal tuo affetto, fa che la tua rassegnazione e la tua virtù mi abbiano a rendere meno terribile il perderti.

« Ho lasciato apposta nella tua stanza la mia crocetta di brillanti. Tienila per memoria mia. Sarò felice se mi prometterai di portarla sempre sul tuo cuore. Non ti avrei fatto un altro dono, non avrei osato, ma una croce è simbolo di sacrificio, di abnegazione, di dolore; mi parve che ella avrebbe potuto farti ricordare di me,