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tolto dalla tua via un ostacolo che avrebbe certo attraversato a te, giovane, un avvenire che il tuo coraggio e il tuo ingegno ti additano lusinghiero e felice.

«Quando pure il mio cuore avesse potuto ribellarsi al sentimento di un dovere che m’impone di dividermi da te, io non avrei mai potuto sottrarmi al disprezzo di coloro che avrebbero penetrato il nostro segreto, alla condanna disonorante di cui la società avrebbe colpito la mia condotta. Mio figlio, l’unico scopo, l’unico affetto legittimo della mia vita, non avrebbe potuto redimersi mai dal disonore ingiusto e crudele che gli sarebbe provenuto dalla mia colpa; egli non avrebbe potuto arricchire il suo cuore di quel dolce sentimento che a voi uomini già esperti della nostra fatuità, dei nostri errori, spesso anche delle nostre bassezze, fa parere ancora nobile e cara la donna: la pura e santa memoria di una madre.

«Sì, Giorgio, io sono caduta con facilità, ma devo rialzarmi con coraggio. Mi sono data a te con franchezza, mi ti ritoglierò con pari franchezza; mi farò un’arma della tua stima, della tua ricordanza; adoprerò a nobilitarmi quella stessa forza che mi darà la memoria del nostro passato.

«Nella mia vita di otto mesi, io fui assai felice... Non ho mai tanto guardato e pensato a questo tempo, come ora che i nostri cuori stanno per dividersi. Un’idea mi conforta e mi inorgoglisce. Nessuno può toglierci questo passato, nessuno può fare che io non t’abbia amato con tutta l’anima mia e che tu mi abbia riamata collo stesso ardore. Questo tesoro di memoria è indistruttibile. Io l’ho celato nelle profondità più segrete della mia anima. È da esso che io attingerò qualche conforto per la mia vita avvenire, misera vita, piena di tristezza e di abbandono, ma abbellita dal sorriso de la tua rimembranza; senza questa certezza, dove avrei io trovato la forza di abbandonarti?