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fosca 181


«E volle che lo accettassi, e promettessi di conservarlo per memoria di quel giorno.

«— Ritorniamo nella tua stanza, mi diss’ella, voglio passare tutto il giorno con te, sono pazza oggi. Ho freddo, sono irrigidita, accenderemo il fuoco.

«Durante il tragitto della carrozza incominciò a tremare e rabbrividire dal freddo. Volle che facessi passare anch’io le mani nel suo manicotto. Vi sentii dentro alcuni oggetti che aveva raccolto per memoria di quella passeggiata, una foglia di ellera, un ramoscello d’albero. Percorremmo quel lungo tratto di strada senza parlare, vicini, coperti dalla sua pelliccia, guardandoci, colle mani così strette e riunite nel manicotto.

«Accendemmo nella mia stanza un gran fuoco.

«Non aveva mai veduto Clara sì pallida. Come era bella così, come era bella!

«Ella aveva i piedi tutti bagnati.

«— Levati i tuoi stivalini, io le dissi.

«Non voleva.

«— Ti ammalerai. Ubbidiscimi, te li leverò io.

«Mi lasciò fare, benchè quasi con dispiacere. Le sue belle calze erano anch’esse bagnate; glie le slegai, glie le tolsi; ho veduto i suoi piedini nudi, piccoli, torniti, rosati; li ho riscaldati tra le mie mani.

«La sera ci ha raggiunti lì, vicini al fuoco. Avevamo passato tre ore nelle braccia l’una dell’altro. Ella non aveva mai posto tanta dolcezza ne’ suoi abbandoni. Perchè era così mesta? Perchè non sapeva dividersi da me? Perchè è tornata indietro per baciare l’uscio della nostra camera? Io torturo inutilmente il mio cuore con queste domande.

«Ha dimenticato qui la sua crocetta di brillanti: la porterò con me, glie la restituirò ritornando.

«Scrivo un istante dopo che ella è partita; guardo