Pagina:Tarchetti - Fosca, 1874.djvu/169


fosca 167


— Ecco, io dissi, o Fosca, a che cosa ci hanno condotto le vostre follìe!

Ella alzò gli occhi con lentezza, quasi con fatica; mi guardò e li riabbassò senza rispondere.

— Spero, io continuai, che mi direte quale scopo avete avuto nel seguirmi, quali sono i vostri progetti, quale il contegno che terrete verso vostro cugino, allorchè gli sarà nota la vostra fuga, se pure non gli è già nota in questo istante.

— Qualunque sieno per essere le conseguenze di questa mia risoluzione, diss’ella con calma, voi non dovrete parteciparvi in alcuna maniera.

— Mi pare però che in questo stesso momento... Voi sapete che io ho una licenza di quaranta giorni, che andava a fruirne ora per riconquistare in parte quella salute che mi sono rovinato per voi, e che questa vostra imprudenza mi costringerà a rinunciarvi.

— Perchè? Voi potete continuare il vostro viaggio; se in questo momento voi siete qui, e se io sono in vostra compagnia, è perchè mi avete invitata a venirvi.

— Fosca, io dissi con calore, spero che non vorrete spingere tant’oltre la vostra crudeltà, da irridere perfino alla mia delicatezza. Le ragioni che adducete non hanno maggiore logica di quelle di un fanciullo. Avete troppo spirito per non avvedervene.

— No, rispose ella con asseveranza, no, siete in errore. Io sono ben risoluta a lasciarvi proseguire la vostra via, a non frappormi fra voi e la vostra felicità. Non ho saputo che nella notte di ieri la vostra risoluzione; era troppo tardi perchè io potessi uscire di casa; sono venuta stamattina, ed eravate già partito; se vi avessi trovato, vi avrei fatto conoscere quali erano i miei progetti. Sono giunta ancora in tempo a vedervi e a seguirvi — a seguirvi senza parlarvi, senza chiedervi nulla,