Pagina:Tarchetti - Disjecta, 1879.djvu/44

8 disjecta.


     Segue il mattin più fulgido
La notte insonne e scura,
Sorride il sol dall’ultimo
Lembo della pianura:
Sorgo con esso, e a’ taciti
Campi ritorno... un caro
Augello canta, un agile
Farfalla vola, un raro
Fiore raccolgo... ah! un angelo
La vita mi fa lieta:
Sento cessar lo spasimo,
Mi sento ancor poeta.

     Grazie, o vezzosa. Io l’anima
Muta nel duolo avea;
Non ha la vita un unico
Fiore, se amor nol crea,
Ma questo fior sì tenero
Presto avvizzisce e muore:
Virtù lo serba, e indocile
Alla virtude è amore.
Trema o fanciulla... io l’arbitro
Della tua vita?... Oh! cara,
A men fidar degli uomini
E di te stessa impara.