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i. u. tarchetti. | v |
Prati le nuove arcadie clorotiche mandavano il largo tributo delle strenne per la pasqua o per il capo d’anno e tutte erano profumi e canti di capinere, aure di carmi ed ale di rondini, steppe solinghe e cittadi di polve — ad Aleardo Aleardi ammiccavano di dietro alle stecche verdi delle persiane le placide Marie e le Elise sentimentali; o, secure del fatto loro, gli venivano a’ fianchi riboccando o scollando pudicamente le sottane a mostrare così, senza timor di peccato, il languido piede o le nevi intatte del seno. Egli superbamente altero e severamente sdegnoso, torcendo il guardo da tanta vergogna e, bevendo alle limpide e fresche fonti della vita ed, incalorandosi all'eterno sole del vero, dava al mondo le geniali creature del pensier suo, belle della bellezza serena, onde, immortalmente divine, vivono ancora, spiratrici de’ poeti le Grazie.