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78 | canti del cuore. |
più dolce che tutte le altre, e m’inspirava dei sentimenti teneri e sconosciuti. Ella vegliava pietosamente sopra di me, ed ella sola aveva delle lacrime per la mia sventura. Io l’amava, e non ho potuto vedere la faccia di mia madre: — io sono nato cieco.
Io sono nato cieco, e non ho fratelli, non ho genitori, non ho alcuna persona che mi parli colla voce dell’affetto e dell’amicizia. Consoliamoci almeno, giacchè la mia povertà e la mia sventura non fanno spargere alcuna lagrima. Molti cantano perchè sono felici; io pure vado cantando, ma la mia voce è triste e melanconica. Io canto per l’amore di un pane. Oh voi che mi sentite cantare, abbiate compassione di questo povero cieco.
Talora questo mio cuore sentirebbe come un bisogno di amore, e vorrebbe affezionarsi agli altri uomini: ma nessuno di loro vorrà possedere l’amicizia d’uno sventurato. Dovunque io mi volgo, intendo delle voci scherze-