Pagina:Tarchetti - Disjecta, 1879.djvu/103


canti del cuore. 67

Pure, o mio povero amico, non appena eri nato, che già qualche cosa di triste velava continuamente i tuoi occhi, e già prima di conoscere gli uomini, e tutto ciò che si agita di cattivo sopra la terra, vaticinavi colle lacrime il dramma terribile della tua vita. Io ti ho poi visto morire, e quantunque tu benedicessi alla morte, molte ancora ne versasti alla vigilia della tua sepoltura. In questo modo, gli occhi degli uomini conoscono le lacrime prima della luce, e nel primo, e nell’ultimo giorno della vita gli uomini la salutano piangendo. Io so dunque che si versano molte lacrime sopra la terra, ma non per questo, io posso conoscere perchè gli uomini piangano.

Io vidi un giorno, logorati dalle lacrime, gli occhi d’un uomo ricco e potente. - È ragionevole che gli sventuati piangano, ma è molto strano che piangano anche gli uomini felici. Io dissi dunque a me stesso: ecco che gli uomini piangono per istinto. E tu bene avevi ragione,