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to.» Pensando sempre a queste parole, il padrone si riscosse finalmente dal sogno, che già albeggiava; prese il cane in sua compagnia ed uscì fuora. Dove lo vide rotolarsi scavò il terreno, e, fra piccole e grosse, trovò tante di quelle belle monete, che in un momento la sua fortuna fu fatta. —

Cojosci, benchè non avesse scioltezza di lingua, venne pur finalmente a capo di recitare la sua storiella, ma il padre n’ebbe più che mai la testa confusa: «Come c’entra tutto questo? Io non ne so cavare un costrutto. In qualunque modo, per conoscere come stanno le cose, la più spicciativa è di raggiungerla.»

Nell’alzarsi con impeto per correr dietro a Misavo, diede inavvertitamente de’ piedi nella scatola in