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capitolo iii. 27

del giovine l’amoroso pensiero di lei; cosicchè, sebbene egli avesse già preso voce dei luoghi celebri e delle antiche reliquie da visitare, deposta ogn’idea di far gite, era lì tutti i giorni alla solita bottega da tè. E da principio facendo alla giovinetta, con ogni maggior riguardo, qualche regalo, riuscì bel bello a trattenerla in discorsi.

Essendo Sachicci bell’uomo, e per di più mostrando di commiserar grandemente la sorte di Misavo, questa provava per lui tutt’altro che ripugnanza. Ma l’abietta condizione di lei dava assai da riflettere: impediti altresì di potersi parlare liberamente, lasciarono trascorrere giorni e poi giorni, ispirandosi a vicenda una viva passione, senza che mai se ne aprissero.