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capitolo i. 7

chiaro che non manca un ette al caso che descrive il poeta Saighiô ne’ suoi versi.»

A queste parole Tamontarô diede in uno scoppio di risa:

«Quando si legge scighi-tazzu-sava, l’idea del levarsi a volo non v’entra per ombra. È semplice caso che queste parole suonino come se si parlasse del sorger da terra di un uccello.1 Nel delineare i carat-

  1. Abbiam detto che interpretando alla lettera i caratteri cinesi, con cui è scritto il nome Scighi-tazzu-sava, si può intendere: «Padule da cui sorgono gli scighi o beccaccini.» Ma un dizionario sinico-giapponese ci fa sapere che nel campo di cui si parla, v’era in antico un sepolcreto. Sebbene dunque sia stato scritto scighi col carattere cinese che significa «Beccaccino,» si è voluto alludere a tutt’altro: cioè si è messo quel solo carattere in luogo di due altri che