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capitolo xv. 161

tornarmene solo e scornato? — Ma v’è di peggio. Quando si saprà che la promessa di matrimonio fatta ad una famiglia ragguardevole del paese è riuscita una menzogna, chi vi dice che vostro padre non sia costretto di squarciarsi le viscere? E voi, signora Fanajo, che non vi unite a me per indurre vostra nipote al ritorno, voi mi parlate di voler concludere qui un matrimonio. Suppongo già che si tratti del noto mercante di riso di Dogima. Io vi voglio concedere che costui possegga in terreni un milione di patrimonio: è mai presumibile che un guerriero voglia dare in isposa la propria figlia a un uomo del volgo, vivere alle spese d’un tal genero, abbandonare l’antico signore che si è degnato di richiamarlo, e prendere stanza in questa terra di Naniva?



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