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Capitolo XV.
Gettato il seme e spuntati i germogli della pianta d’amore, quell’oscuro e disameno villaggio di Dògima1 parve al giovane un luogo d’amenità e di delizie. I ponti stessi che ora traversava, gli rammentavano coi loro nomi il fior di susino e di sácura; i pini che stormivano sulla verdeggiante collina
- ↑ Nome che deve differire da Scima-no-ucci, come Partenope da Napoli, o Felsina da Bologna. V. la nota a pag. 30.