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fatto circa tre anni e mezzo prima, trovai coll’attuale misura del dipinto, e dell’oggetto che l’ultimo erasi ingrandito diecisette volte in linea, diametrale, e conseguentemente nella superficie 289 volte. Altre ne aveva che riputava considerabilmente più ingranditi, una aveva perduti li corrispondenti oggetti, cosicchè non potei stabilire gli esatti numeri.

Non solo questo processo salva il nostro tempo, e la fatica; ma vi sono molti oggetti, specialmente le cristallizzazioni microscopiche, che si alterano grandemente nel corso di tre, o quattro giorni, (ed esse appena possono tracciarsi da qualunque artista senza poter delinearle nei loro dettagli) di modo che non possono mai essere disegnate nel modo usuale.

Non descriverò i gradi di sensibilità, che questa carta riceve, premesso, che sono ben lontano dal supporre di aver raggiunto il limite, di cui tale qualità è capace. Al contrario considerando i pochi esperimenti che ho fatti (pochi comparativamente al numero, che sarebbe facile d’immaginare e proporre) lo credo il migliore degli altri metodi che si arrivi a ritrovare, col quale le sostanze possono essere preparate forse tanto trascendenti nella sensibilità ad uno che impiegai, quanto l’ordinario stato del nitrato d’argento concedeva. Ma mi limiterò a quello che ho attualmente compito nella preparazione della carta sensitiva.

Quando un foglio di carta è posto verso una finestra, non ad una, in cui splenda il sole, ma verso l’opposta direzione, immediatamente principia a scolorarsi. Per questa ragione il foglio preparato